Soudal Quick-Step mai così male tra Omloop e Kuurne, Patrick Lefevere analizza la débacle: “La Jumbo corre come facevamo noi qualche anno fa”
Soudal – QuickStep mai così male nel week-end di apertura da 12 anni a questa parte. Nessuna vittoria, nessun podio, nessuna top 5 e appena due top 10 sono un bilancio decisamente troppo poco per la formazione che sino allo scorso anno era considerata la regina della classiche. Ad una squadra abituata a dominare la scena non solo non possono bastare il sesto posto di Davide Ballerini alla Omloop Het Nieuwsblad e il nono di Fabio Jakobsen alla Kuurne – Bruxelles – Kuurne, alla quale arrivava da campione in carica, ma tantomeno può bastare il modo in cui sono arrivati. Una corsa anonima e sulla difensiva che è tutt’altro che nello stile del team, nonché nella concezione del suo vulcanico team manager, Patrick Lefevere.
“Ho come l’impressione che i miei corridori si sentano sopraffatti dalla Jumbo-Visma – commenta con il suo solito modo diretto a Sporza – Dire che sono deluso dai miei corridori è forse troppo, ma non posso neanche essere soddisfatto. Magari è un termine forte, ma non voglio neanche girarci attorno. Non mi aspettavo che le cose andassero così. Sono stati ben al di sotto del loro livello. La Jumbo-Visma invece sta correndo come facevamo qualche anno fa. Sono di un altro livello. Non possiamo far altro che stare a guardare, non riusciamo a fare altro”.
Pur consapevole che i suoi ragazzi hanno comunque qualche scusante, come Florian Sénéchal che è caduto il sabato nel momento peggiore, o Yves Lampaert che è rientrato malato dal ritiro, senza dimenticare ovviamente Kasper Asgreen che ha dovuto rinunciare all’ultimo ad entrambe le prove, l’esperto dirigente belga non ha rispariamato di critiche i suoi ragazzi, che hanno raccolto la terza peggior prestazione della storia del team dalla sua fondazione nel 2003 (peggio solo nel 2010-2011, quando arrivò solo una top 10 su quattro gare, ma ha voluto anche difenderli, ricordando che il focus del team è cambiato in questi anni, senza dimenticare comunque che siamo solo alle prime due corse dell’anno.
“Ho già detto che il nostro focus non sono più le classiche del Nord, ma ovunque – aggiunge – E attualmente siamo capaci di vincere su ogni terreno. Sono appena due giorni di corsa e sembra che il mondo sia già finito. Ripeto ancora una volta quel che dico da 35 anni: ci rivediamo dopo la Liegi per stilare il bilancio”.
Appare comunque chiaro che servirà invertire un trend che inevitabilmente rimanda al disastro della passata stagione, solo parzialmente salvato dal trionfo di Remco Evenepoel nella Doyenne. “Non dobbiamo farne un dramma e non sto andando nel panico, perché è un cattivo consigliere – prosegue – Tuttavia, oggi avremo un meeting con lo staff come facciamo ogni anno dopo la Kuurne e vediamo cosa possiamo cambiare e migliorare. Niente di più semplice”.
Con la speranza ovviamente di poter contare nelle prossime corse su quelli che sono i capitani designati per questa primavera, Kasper Asgreen e quel Julian Alaphilippe che dopo le critiche invernali è tornato a vincere proprio in questo fine settimana. “Se saranno al top sono in grado di farci salire di livello”, aggiunge Lefevere che chiaramente vuole anche un atteggiamento diverso dai suoi uomini: “In passato tutti tremavano quando la nostra maglia blu arrivava in testa, mentre ora siamo un passo indietro e non siamo abituati a correre sulla difensiva. Non riusciamo a far emergere il nostro lato aggressivo”.
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